SALVATE A UDINE Campane d'Istria - Sergio Cionci

Didascalie: Particolare decorativo della campana, opera dei maestri fusori veneziani, appartenuta alla chiesa di S. Stefano a Castagna, diocesi di Parenzo e Pola, comune di Grisignana Crocifissione. particolare della campana del secolo XVI, con corona a sei maniglie, opera del maestro Pier de Zuane delle Campane, della chiesa di San Cipriano di Montona Campana del XVI secolo della chiesa della Madonna di Locuzzo a Docastelli nel Comune di Canfanaro, opera del maestro fonditore veneziano Giovanni Battista di Antonio Del Ton Moschiena: campana della chiesa del cimitero, esempio di perfetta tecnica e di buon gusto nelle decorazioni, modellate con squisito senso plastico dagli abili fonditori veneziani La campana della chiesa di Santa Fosca a Pomer, con l'immagine della Santa con la palma del martirio In mano; nella parte inferiore Il nome del committente e la data di fusione Elegante campana della tipica forma trecentesca, opera del campanaro veneziano Marco figlio di Vendramo, appartenuta alla chiesa del cimitero di San Lorenzo del Pasenatico La Storia dell’Istria comr del resto quella di altre regioni, si può paragonare ad una specie di gioco ad incastro, dove, di tanto in tanto, il ritrovamento di un tassel-lo mancante contribuisce ad aumentame la conoscenza e a definirne meglio la evoluzione. Può capitare cosi che, andando a curiosare in una raccolta di .sacri bronzi. ci si possa trovare di fronte a qualche esemplare di rarità unica che, oltre a destare sorpresa e ammirazione, pub rivelare particolari interessanti a chi è alla ricerca delle vicende legate alla storia del suo paese. E questo il caso di antiche campane della Venezia Giulia, concentrate, in numero rilevante, nella città di Udine e conservate dalla Soprintendenza per i Beni ambientali, artistici e storici del Friuli-Venezia Giulia. Per conoscere le vicissitudini di questi bronzi, bisogna risalire alla prima guerra mondiale, allorché I'Impero austro-ungarico, per sopperire alla necessità di metallo indispensabili alle esigenze belliche, ordine la requisizione delle campane di tutte le chiese. lasciando sopra ogni campanile, per la necessità del culto, una so-la campana, raramente due, scelte Ira le più antiche. Durante ('ultimo conflitto, anche il Governo italiano venne a trovarsi nella necessità di attingere, per esigenze connesse con Ia produzione bellica, alla grande riserva metallica, costituita dai sacri bronzi, disponendo, peraltro, che venissero conservati gli esemplari pub interessanti dal punto di vista storico-artistico. La cernita e la conseguente valutazione dei pregi delle cam-pane venne demandata, in un primo tempo, agli Enti ecclesiatici, ma furono successivamente i funzionari delle Sovrintendenze ai Monumenti, territorialmente competenti, ad effettuare le opportune verifiche nei luoghi di raccolta. Vennero cosi esaminate oltre mille campane e posto il fermo a 67 esemplari di notevole valore storico-arti stico, parecchi dei quali ricchi di decorazioni curate da antichi e abili maestri fusori, tutti esemplari appartenenti alle Diocesi di Gorizia, Trieste, Capodistria, Parenzo, Pola e Fiume. Durante il periodo dell'occupazione tedesca queste campane furono nascoste per merito di due ditte raccoglitrici, per evitare che diventassero preda dell'invasore e fossero trasferite in Germania dove venivano, di norma, ridotte in pezzi e la loro unità bronzea scomposta, mediante il processo del l'elettrolisi, per ricavarne lo stagno e il rame. Terminata la guerra, esse furono concentrate a Udine, dove si trovano tuttora, in attesa che le mutate situazioni politico-culturali con i nostri confinanti consentano, un giorno, di collocarle nelle loro sedi originarie, vicino alle poche consorelle rimaste ai campanili e salvate, anch'esse, dalla distruzione di due grandi guerre. Sergio Cionci

Dal numero 2650

del 21/07/1990

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