AMICI ED EPIS0DI DEGLI ANNI DELLA GIOVINEZZA SINO AL DRAMMA FINALE Momenti' e figure indimenticabili dell'Amarcord di Pola (1935-45) - foto di ANTEO LENZONI

Didascalie: II 12 gennaio 1935 sulla terrazza della Canottieri Lo stesso giorno ai Giardini Valeria: da sinistra Lenzoni, Benedetti. Baueri. Zacchi. Pauletta (folografa Vernier di cui compare l'ombra) E trascorso più di mezzo secolo da quando il 12 gennaio 1935 ho scattato la foto che ritrae sul terrazzino della Pietas Julia gli amici a compagni di liceo Gianni Pauletta. deceduto a Milano negli anni cinquanta esperimentando su se messo , ricercatore presso un'industria farmaceutica. un farmaco ricavato dalle sue ricerche: Bruno Baueri trasferitosi a Roma per completare gli studi universitari. senza più fare ritomo a Pola, Mario Benedetti. ingegnere. manager di una notissima industria dolciaria attualmente a Bologna: Marino Vernier gia procuratore della Repubblica a Belluno. che negli anni cinquanta sostenne l'accusa nel famoso processo di Alleghe: e Pino Zacchi all'epoca della foto sorvegliato speciale della polizia fascista per avere durance gli studi universitari frequenttato ambienti antifascisti, praticando personaggi che con l'avvento della repubblica ebbero importanti incarichi nel panito comunista. In quel aiomo mancavano alla nostra consueta passeggiata. che eravamo sotiti fare al pomeriggio prima di rimetterci a studiare. gli amici Stelio Angelini avvocato deceduto a Chieri anni or sono; Toti (Alessandro) Milessa con l'esodo trasferitosi nel Messier,. venuto a trovarmi in occasione di un suo viaggio in Italia, del quale non ho più avuto notizie; Franco Decleva scomparso ad Atene, diversi anni fa. che a Pola fece pane dello staff redazionale della radio istituita dagli alleati e, dopo resodo. della radio del G.M.A. a -Neste. Ritornata l'amministrazione italiana venne assunto dal la RAI e destinato alla sede locale che. assieme al lussignano halo Orto, porch in breve tempo a un prestigioso livello. Dopo un periodo trascorso a New York con l'incarico di corrispondente, Momo a Trieste con fincarico di redattore capo. Resasi vacante la sede di Atene, dove era gia stato negli anni 1941-45, giuntovi con le truppe di occupazione e rimasto anche dopo l'armistizio, partecipando alla resistenza ellenica, chiese ed ottenne le funzioni di corrispondente da quella citta dove aveva diverse conoscenze ed amicizie . Era appassionato di pesca: quando era aTrieste veniva spesso a Grado ed andavamo a pescare nell'allora pescosissima Trezza. e anche in Grecia, ogni goal volta aveva una giomata libera ne approfittava per andare a pesca e cosi accadde che 30 aprile del 1967, in una bella giornata di sole, con il mare calmo II che in Grecia non capita spesso. penso - ma direi male - di andare a pescare e imbarcatosi al Pireo si pond nel golfo in compagnia di amici. In quell'epoca non c'erano i telefonini cellulari. non aveva in barca una radiolina, e data la distanza da terra non ebbe modo di sentire lo sferragliare dei cingoli dei carri armati del colonnello Papadopulos che sciamavano per le vie di Atene occupando le posizioni strategiche per assicurare la riuscita del golpe. Mentre tutta !Europa libera era in apprensione e i corrispondenti delle radio di tutto sl mondo inviavano da Atene frenetiche notizie man mano che si sviluppava piano dei militari golpisti e la RAI priva di notizie dirette cercava affannosamente sl contatto con il proprio corrispondente, Franco Decleva ignaro di quanto stava accadendo in Grecia stava tranquillamente pescando al largo di Egina. Non ho avuto occasione di sapere se la pesca In fruttuosa. Eravamo una compagnia affiatata che, sebbene gonna, faceva la fronda: non perche eravamo ideologicamente contrari ma infastiditi dalla alterigia, dalla presunzione, dalla supponenza e dalla non infrequente prepotenza dei piccoli gerarchetti boriosi e qualche volta maneschi come accadde una sera al gruppo rionale Ferrara dove nel le sere d'estate si ballava all'aperto nel bel giardino al suono di un'orchestrina con la scatenato batterista Stoliza. L'orchestrina a un certo memento attaccava Giovinezza. che assieme alla marcia reale era l'inno nazionale. costringendo i presenti a fare silenzio e ad alzarsi in piedi. Reputando che quella musica suonata in quel luogo. senza la marcia reale ed in quella circostanza frivola e festaiola non era da ritenersi esecuzione solenne ed officiate dell'inno nazionale, che allora (come oggi non pit) vedi i nostri calciatori agli incontri internazionali) andava eseguito con solennita ed ascolto in rispettoso atteggiamento, decidemmo di non alzarci e rimanemmo seduti. Si avvicinò a noi segretario del gruppo rionale, persona aitante e vigorosa, squadrista e marcia su Roma. ordinandoci di alzarci. Alle nostre motivazioni ribatte. con consuetudine squadristica. mollando un sonoro cefföne a quello della nostra compagnia che gli era più vicino. L'alterco venne subito sedato e ce ne andammo non senza consigliare all'amico, non per niente eravamo in cinque che studiavamo legge. di proporre una doverosa querela. Ma dopo qualche giorno l'amico ci disse che altri lo avevano consigliato di lasciar perdere per evitare fastidi al padre funzionario di un ante pubblico. II destinatario del ceffone non era effettivo della compagnia, aveva qualche anno di meno ma spesso si accompagnava a noi. Tempo fa aveva iniziato a mandare all'Arena piacevoli note su persone avvenimenti, ma la collaborazione fu di breve durata. Chissa se legge ancora l'Arena? Non so se quella sera era con noi Pino Zacchi. Credo di no perché frequentava poco le sale da ballo. Negli anni 43-45 state uno dei testimoni e protagonisti della storia polesana e istriana. Per i suoi Irascorsi politici antifascisti non ebbe altra conseguenza che la dimissione dal convitto universitario ove era stato accollo per merito e perché figlio di profughi dalla Dalmazia. Esonerato dal servizio militare per motivi di salute all'armistizio dell'8 settembre si trovava a Pola e al mio ritomo a casa dal fronte, dopo di essere fortunosamente sfuggito ai tedeschi, mi meravigliai di vederlo con indosso un'uniforme. non proprio militare, ed apprendere che aveva aderito al neo costituito fascio repubblicano lui che con noi non aveva mai nascosto la sua contrarieta al fascismo. Mi disse che aveva facto la scelta che riteneva pit) idonea per opporsi alla minaccia slava, reputando che soltanto quella struttura politico-militare aveva la possibility di organizzare e condurre una resistenza italiana atta ad impedire l'occupazione e l'annessione dell'Istria alla Jugoslavia, essendogli noto che mentre i propagandisti slavi andavano affermando che i confini. e quindi la sorte dell'Istria, sarebbero stati decisi alla fine della guerra con il principio dell'autodecisione. in realty gia nel settembre del 1943 ['Istria era stata dichiarata annessa alla Jugoslavia ((per volonta del popolo" da un comitato popolare per la liberazione dell'Istria. A Pola ere riuscito a imboscarmi in un officio della Prefettura e avendo avuto mode in quei due anni di intrattenermi diverse volte con Zacchi mi resi come che non si illudeva sull'esito finale del conflitto ed era preoccupato per la sorte dell'Istria. Ai dirigenti del partito e alle autorità aveva manifestate ropportunita di non osteggiare la creazione di un movimento politico liberal-nazionale da contrapporre al comitato filoslavo. Siccome oltre che direttore del Corriere Istriano, organo del partito fascista, era anche dirigente dell'ufficio politico, non ignorava che oltre al comitato di liberazione di matrice slava c'erano (per la yenta rarissime e di breve durata perché eliminate o dagli slavi e lore accoliti o dalle SS, infommte dagli slavi) singole iniziative di elementi italiani per avviare una resistenza italiana. ma non risulta sia intervenuto per reprimerle. Non poteva ignorare che sl compagno di liceo Giuseppe Callegarini, delegate da un'organizzazione della Regia Marina del Governo di Badoglio. si slava attivando per creare un comitato di liberazione nazionale. Lo sapevamo in tanti. Trop-pi. Lo sapeva il podesta avvocato de Manerini, nel cui studio facevo pratica legate: lo sapeva sl prefelto avvocato Artusi. Purtroppo lo seppero anche i comunisti filo-slavi che lo denunciarono alle SS, dalle quali venne arrestato e massacrato. C'era stato un sondaggio delle organizzazioni fasciste presso le formazioni panigiane italiane operanti sul confine orientale per un'azione comune onde impedire l'occupazione titina della Venezia Giulia. L'iniziativa rimase alto stato di sondaggio per motivi che qui non e il case di sviluppare. In quei giomi venue a Pola un appartenente alla divisione Osoppo, che operava nel Friuli. non so se in veste di emissariodei fazzoletti verdi, o di sua iniziativa essendo istriano, il quale informandoci del proditorio agguato di Porzus ci fece presente che la sovranita dell'Italia sulla Venezia Giulia era in pericolo ed era pared) necessario organizzare una resistenza italiana di matrice non fascista. Questa persona dovette frettolosamente lasciare Pola essendo state avvisato da un funzionario della Questura che he SS. informate dagli slavi della sua presenza a Pola, lo stavano ricercando. La presenza a Pola di costui era nota alle autorita italiane, ma Zacchi che personalmente lo conosceva evidentemente non intervenne. Sempre in quell'epoca il polesano ing. Mazzaroli nell'intento - anche se ingenuo - che peril suscitO motto interesse - di ostacolare l'annessione dell'Istria alla Jugoslavia, andava propugnando la creazione di uno staterello - regione indipendente del quale aveva predisposto lo statuto. Di questo progetto egli ne aveva parlato a tante persona: ne era informato sl podesta de Manerini, non lo ignorava il prefetto Anusi, cosicché neppure Zacchi poteva ignorarlo; tuttavia nessun fastidio ring. Mazzaroli ebbe dai fascisti. Furono gli slavi, contrariati da questa iniziativa che poteva intralciare l'annessione alla Jugoslavia, a toglierlo di mezzo. Dimostrandosi interessati lo invitarono a Peroi, dove c'era una base partigiana affinché illustrasse il progetto e sl Mazzaroli, non dando retta agli amici che lo sconsigliarono di aderire all'invito prospettandogli i1 rischio cui andava incontro, si meo nel luogo fissato accompagnato da un emissario. Ma da Peroi non fece mai ritomo a casa ne i familiari ebbero pit) sue notizie. Questa vicenda della Iona partigiana in Istria per la rilevanza politica dell'argomento e per la personality del Mazzaroli non sari stata gestita solo dai local) ma anche da comandi superior) e della stessa sara state redatto un documento per l'ufficio politico centrale. A Pola sono tutt'ora viventi esponenti del C.P.L. (comitato popolare di liberazione). fruenti della pensione italiana, che nee 40 giomi di occupazione titina ebbero incarichi di responsabilita politica e amministrativa, che presero contatto con l'ing. Mazzaroli, i quali certamente sono a conoscenza della sorte toccatagli. Doctor Pirina non sarebbe sl caso che l'organizzazione Silentes loquimur facesse ricerche negli archivi dell'ex Jugoslavia e presso i capi della resistenza slava tutt'ora viventi? Se Pino Zacchi non fosse mono prematuramente, avrebbe potuto dare notizie essenziali per la cronistoria di quegli infausti anni. Un amico comune tempo fa mi informava che Zacchi aveva steso un memoriale da far avere a De Gasperi. una copia del quale aveva nella borsa Maria Pasquinelli quando venne arrestata. Avevo indirizzato a un congiunto di Pino che non poteva non ricordarsi di me perche ne frequentavo la casa al tempo del liceo una richiesta di notizie ma la lettera. che indubbiamente venne consegnata al destinatario non essendomi stata restituita dal la posta. e rimasta senza risposta. Quante riflessioni e ricordi da due sbiadite fotografie trovate tra ammuffite carte dopo mezzo secolo. Anteo Lenzoni

Dal numero 2868

del 28/01/1995

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