Didascalia: L'autore della copertina e delle illustrazioni interne e Antonio Centurelli: il libro ha vinto il premio La Mole nel 1995.
In ,,C'ontrofiabe. (Lorenzo Editore, Torino. 1996, pp. 74 L. 15.000), Liana De Luca ripropone, parodiandole, dieci favole, tratte dalla tradizione (Cappuccetto Rosso, Barbablù, Cenerentola. La Gatta con gli stivali, II Brutto Anatroccolo. II Pifferaio di Aglié, Pollicino. la Cicala e la Formica, Biancaneve), tranne l'ultima. I Promessi Sposi. che rimanda all'omonimo romanzo. Tutti i racconti sono ambientati in uno stesso luogo, che e il popolare quartiere torinese della Barriera di Milano: scelta non casuale, perché dallo spirito che anima le strade, i vicoli, le piazze della Barriera la narrazione prende connotazioni tutte particolari, diametralmente opposte (e percio parodistiche) rispetto a quelle proposte dalla tradizione favolistica. Viene meno completamente quel clima moralistico, teorico ed edificante, in cui si muovono i personaggi delle favole, viene meno la stilizzazione che li rende remoti, simboli piuttosto che creature vere, maschere allusive al bene e al male, alla giustizia che sempre trionfa.
Nelle «Controfiabe. della De Luca ci troviamo di fronte a personaggi realistici, alle prese con la quotidiana lotta per la vita, in un ambiente in cui vige la concretezza della miseria, la consapevolezza di non potersi concedere spazi per i sogni e le illusioni, perché ogni giomo porta problemi da superare: il cibo. il riscaldamento, la casa, i panni per vestire, i soldi per pagare.
Cappuccetto Rosso, quindi, diventa una ragazzina sveglia, che approfitta del trambusto in cui viene a trovarsi per farsi promettere un mantello con cappuccio rosso più pesante, giacché il freddo a alle porte; Barbablù e un povero diavolo messo nei guai da sette mogli scaltre ed esigenti; Cenerentola e una ragazza povera, abituata a vuotare i posacenere della matrigna e delle sorellastre, ma aiutata da un fisico perfetto, che le consente di assurgere al ruolo di attrice cinematografica; la gatta con gli Stivali e una donna di piccolo virta, che riesce a mettere nel sac-co i sempliciotti che le capitano a tiro; il brutto anatroccolo e un giovane aspirante poeta, che riesce a sfondare a San Remo: il Pifferaio di Aglié si vendica per il mancato riconoscimento nella campagna antirumori spingendo i giovani a correre su macchine infernali; Pollicino deve suo nome al suo pollice d'oro con cui riesce a falsificare le carte, e a permettere alla famiglia un certo benessere; Cicala e Formica sono due sorelle, di cui una canta, l'altra investe in azioni redditizie; Biancaneve coinvolta nelle vicende della squadra di calcio del Toro; i Promessi Sposi, infine, sono due operai della FIAT, che riescono a superare infinite peripezie di licenziamenti e con l'assegnazioni di case popolari. Alla fiaba tradizionale, con la sua morale bacchettona, il suo costante senso di irrealtà, si sostituisce l'aneddoto arguto, ambientato in un mondo in cui dominano l'abilità e l'astuzia, la capacita di arrangiarsi, di acciuffare la fortuna per la coda, di fare piccoli calcoli e piccoli compromessi, con un fine piccolo e gran-de nello stesso tempo: sbarcare lunario, conquistarsi uno spazio minuscolo, sconfiggere la novena e l'emarg inazione. I personaggi, di conseguenza, acquistano via via fisionomie allegre o tristi, risentite e patetiche, tenere e violente a seconda del caso. Si finisce con guardare con simpatia, e con interesse, a questo mondo umile e picaresco, parodia di quello aureo e solenne delle fiabe.
Un linguaggio arguto, nitidissimo, che privilegia le connotazioni ironiche e precise (numeri. date, nomi allusivi, come quello, impareggiabile. del supermercato COLMAMI), solleva questa materia singolare a dignita di arte, ne fa un libro gnomico e, nel contempo. godibile.
Anna Ventura