Adria viennese nel 1913 - Paolo Pozzi - foto

foto Palazzo Pretorio a Capodistria Capodistria, in una stampa del 700 Cartolina ufficiale della rassegna, affrancata con un francobollo di 3 Beller, effigie di Giuseppe Il (della serie di 12 contrassegni di valore postale emessa nel 1910 e 1913, riproducenti i vari monarchi della dinastia degli Absburgo) obliterato con annullo dell'esposizione, datato 3/7/1913; la legenda, al centro, in lingua tedesca, rivela quanto fosse grande l'orgoglio dell'Austria di possedere il Litorale Adriatico, i suoi porti mercantili e militari, unico sfogo per l'espansione del suoi commerci e dei suoi traffici, in prevalenza subordinati alle vie del mare Per celebrare il centenario del 'itorno all'Austria delle Province Illiriche, viene allestita a Vienna una grande rassegna fieristica nazionale denominata: .Osterreichische "Adria" Austellung 1913. Al Prater vengono rievocati gli eventi militari per i quali l'Istria fu sottratta al dominio napoleonico. Pezzo forte della manifestazione un'esposizione adriatica. Scrisse Giuseppe Cobolli Gigli: Si ricopia in gesso e carta pesta. sulle rive del Danubio, la severa sagoma venezianissima del palazzo Pretorio di Capodistria. La grossolanità.irriverente della grottesca trovata urta gli affetti più gelosamente cari dei capodistriani ed eccita il loro sdegno come per una beffa eccessiva e tendenziosa. Anche questa volta, è il poeta concittadino Tino de Gavardo a farne, delle molte voci di protesta una sonora, in cui esprime la sua rabbia nutrita di accoramento ed amarezza, di energica ed esasperata sofferenza, attraverso le sue rime in ver. nacolo, che possono fornire un esempio classico della parlata capodistriana, in cui si risente più marcata l''impronta del gergo veneziano, genuinamente ancora parlato al tempo della generazione precedente quella del poeta. Alla poesia Tino de Gavardo diede il titolo Lo sfogo. Anche tali versi apparvero nella raccolta fatta nel 1939 a cura del Guf di Capodistria sotto il titolo .Fora del semenà., con prefazione appunto di Giuseppe Cobolli Gigli. Questi ricordò il suo legame di fraterna amicizia fin dagli anni della giovinezza non solo con Tino de Gavardo, ma anche con Pio Riego Gambini, Gramaticopolo. Nazario Sauro. Morte prematura colse nel 1914 Tino de Gavardo impedendogli di far parte di quella schiera di volontari che per la redenzione dell'Istria combattè valorosamente. Paolo Pozzi

Dal numero 2375

del 02/02/1985

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