I LIBRI DEI NOSTRI LETTORI - foto

HUMANS: gli eredi di Caino … “Quando Dio creò l'uomo, è molto probabile volesse dar vita ad un essere, nel suo splendido ambiente, sempre uguale a se stesso e ciò, infatti, accadde per millenni. Le cose poi mutarono perché alcuni, autoreferenziandosi, decisero di esser stati predestinati ad un'identità differente da quella di altri loro simili… Negli ultimi decenni le cose sono andate degenerando perché il “progresso”, per la sua complessità e il suo costo, è vicino ad alcuni e lontanissimo da altri. Questo non è bene. Bisognerà che tutti noi ci diamo da fare per riportare le cose a com'erano all'inizio della Creazione.” E' questo l'ingresso di Humans, l'ultima fatica letteraria di Mario Frezza, uscito da pochi giorni nelle librerie per i tipi di Ibiskos Editrice Risolo (155 pag. €12,00). Orom e Steve, appartenenti alla medesima specie dell'Homo sapiens, sono pur tuttavia lontani, anni luce, lungo quella che noi chiamiamo scala sociale. Orom, fuggiasco dal Darfur, relitto umano che si trascina in fuga lungo le rotte dei disperati nel deserto sahariano, su una carretta nel Mediterraneo e, dopo varie disavventure, nella banlieue di una grande città italiana e Steve, un tycoon americano, asserragliato nel suo attico di Brooklyn, in guardia perenne contro i suoi nemici giurati (inquinamento, cibi, killer metropolitani, titoli di borsa), sono preda, entrambi, di un'inquietudine che non li lascia mai e che, a tratti assomiglia molto alla disperazione. Le loro esistenze, come orbite astrali, si avvicinano fino a toccarsi in un unico punto, lungo un unico istante. Avrebbero potuto “accogliersi” perché, in fondo, i loro problemi erano identici. Non lo fecero e - questo problema è anche il nostro - fecero male. KAISER FRANZ JOSEF I. Epistolario imperiale La scrivania era il suo vero trono, perché da quel tavolo, spartano ed ingombro di carte, Francesco Giuseppe s'illudeva di controllare l'Austria ed il suo vasto Impero che nel 1948, a soli diciotto anni, era stato chiamato a governare e guidare. Da quel tavolo, dove si sedeva all'alba, FJ spediva ogni giorno in giro per il suo regno decine di telegrammi, dispacci, lettere e bigliettini, scritti con una prosa lineare e, spesso, quasi banale; senza troppa enfasi o tradire emozioni, sia che il destinatario fosse la sua adorata Sissi, o il figlio Rodolfo destinato al suicidio a Mayerling, o lo sfortunato fratello Massimiliano, o qualcuno dei suoi funzionari o sudditi o… Parole di carta che servono a costruire una biografia di Francesco Giuseppe I precisa ed illuminante di un uomo capace di dominare i suoi sentimenti nei riguardi sia delle delusioni procurategli dal figlio che delle preoccupazioni per le inquietudini della moglie - scrivendo alla quale si firma “il tuo ometto” - oppure indotti dalla consapevolezza dell'avvicinarsi della catastrofe che si stava abbattendo sul suo regno. Ne emerge la figura, più che di un condottiero di un diligente burocrate e, in definitiva, di un uomo sfortunato a cui, come spesso verso la fine era solito borbottare, “niente in questo mondo mi è stato risparmiato”. E' quanto emerge dal libro Kaiser Franz Josef I. E p i s t o l a r i o i m p e r i a l e (pag. 248), ultima fatica letteraria della nostra socia Romana de Carli Szabados, edito da Mgs Press e già presente in libreria (prezzo di copertina 18 €). Per chi dovesse essere interessato un limitato numero di copie sono disponibili presso la nostra Redazione e saranno spedite, a richiesta, previo versamento di 15 €, più spese postali.

Dal numero 3280

del 28/12/2006

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