ATTI E MEMORIE Sul millenovecentoventi con un' ottica inquinata - foto

E' uscito il quarto volume «974-76) dei quaderni del Centro di ricerche storiche di Rovigno, operante nell'ambito dell'Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume, sotto la direzione del prof. Giovanni Radossi. Nelle 368 pagine della pubblicazione compaiono ricerche e documenti di Giacomo Scotti, Milica Kacin-Wohinz, Slobodan Neiovid, scritti su Giuseppina Martinuzzi di Alessandro Damiani, Bruno Flego, Tone Crnobori, Branka Pribic, Mario Nikolic, e memorie, testimonianze e biografie di Luciano Giuricin, Luka Mekovid, Bruno Flego e Giacomo Scotti. Le ultime venticinque pagine sono dedicate al Notiziario ed ai Sommari in lingua slovena e croata. Il denso volume, stampato con chiarezza ed eleganza esemplari dalla tipografia Otokar Kergovani di Pola, meriterebbe una analisi attenta, per la copiosità dei documenti citati sulla storia istriana. Ma e un lavoro da affidare ad una équipe di esperti della materia, anche perché gli spunti per confutazioni e raddrizzamenti dí giudizio non dovrebbero mancare. Ce ne siamo resi conto scorrendo le prime 65 fitte pagine dedicate da Giacomo Scotti a «Pola millenovecentoventt», con la curiosità derivante dalla puntata del numero scorso di «Pola e l'Istria attraverso la cronaca», dedicata appunto all'anno 1920. Gli incidenti del 1o maggio e la presenza di Mussolini a Pela, con il conseguente galvanizzarsi del movimento fascista, costituiscono argomenti di fondamentale interesse che Scotti affronta con una ampia esposizione di documenti. Ma, pur da un frettoloso puntare gli occhi sullo scritto, ci è apparsa chiara subito la faziosità degli incisi e dei commenti che legano le citazioni degli atti. Subito all'inizio, ad esempio, la puntuale riproduzione dei punti programmatici del partito nazionale riformatore, intonati a finalità sociali e nazionali, è accompagnata dal perentorio giudizio che «come si vede il partito nazionale riformista — a parte nebulose riforme — ha un programma prettamente fascista». Cioè, tutto ciò che non risulta allineato alla tesi dell'appartenenza dell'Istria alla Jugoslavia, viene giudicato (come nel 1945-47) tout court fascista. Un libro, dunque, ricco di informazioni, ma di cui bisognerebbe occuparsi più a fondo perché si pone, con lucida autorità formale, ad avallare distorsioni di prospettiva che, se non chiarite, potrebbero apparire pacificamente acquisite. Ai nostri centri di ricerca storica consigliamo perciò di occuparsi del volume con intendimenti di verifica più approfondita rispetto a quella che potremmo attuare noi. .

Dal numero 1999

del 06/09/1977

pagina 4