Mar. Magg. a. Michelangelo De Luca
Interessato da tempo allo studio sull'ubicazione delle Caserme in Pola ed ai reparti in esse alloggiati, ho sempre desiderato scoprire dove fosse di stanza a Pola il Reggimento di mio Papa; mentre sapevo tutto su quelli dove aveva prestato servizio dopo l'Esodo, per me il 5° Reggimento Artiglieria Pesante Campale, restava un'incognita. Avevo trovato tra le carte ed il Foglio Matricolare di Papa, una foto che ritrae la madre di Fabio Filzi, in visita al Reggimento, che mi faceva supporre che la Caserma fosse stata intitolata all'Eroe Istriano. Un Ordine del Giorno, a firma del Comandante del Reg - gimento, Col. Angelo Sagna, datato 20 gennaio 1932, parla della caserma, della sua ristrutturazione ma nulla di piu. E nulla mi portava sulla strada della certezza. Poi, un articolo dell'Amm. Guglielmo Belli, apparso su “L'Arena” di qualche anno fa, che mi ha permesso di localizzare la Caserma. Infine, la conferma ai miei sospetti e venuta da una cartolina postale, per me preziosissima, che accludo in copia: "Pola - Viale XX Settembre e Caserma Fabio Filzi". Non avevo piu dubbi! Il Reggimento era stato di stanza proprio la! In quella che sotto l'Austria, nell'allora Via Siana, era la sede del “K.u.K. Proviant Magazin”. E quella foto, con la dedica del Colonnello Comandante, sanciva che il 17 novembre 1929, la Caserma era stata intitolata a Fabio Filzi con una cerimonia tenuta alla presenza della Madre dell'Eroe, nato a Pisino nel 1884 e morto nel 1916 a Trento, nel Castello del Buon Consiglio, assieme a Cesare Battisti. Trasferito dalla Scuola Allievi Sottufficiali di Senigallia (9° Rgt. a. pe. Camp.), Papa vi giunse da Sergente il 31 marzo 1928, come pure da poco vi era giunto anche il Reggimento. Lo stesso, dopo una decina di anni, con l'avvio della 2° Guerra Mondiale, partecipo dal 6 al 18 aprile 1941 alle operazioni di guerra alla frontiera jugoslava, successivamente, dal 19 aprile 1941 alle operazioni svoltesi nei Balcani sino al 12 settembre 1943, data del suo ripiegamento su Pola. Il motto del Reggimento era: “Celerrimo Ictu Impavida Fide”. In omaggio a Papa GEN. UMBERTO DE LUCA - foto
Livio Del Pino
All'improvviso e inaspettatamente se n'e andato il vecchio amico Livio Del Pino raggiungendo la cara moglie Marisa. La sua scomparsa mi ha colpito particolarmente perché un recente intervento chirurgico da me subito all'ernia del disco mi aveva impedito di aiutarlo, nel momento piu difficile della sua esistenza, e di dargli in quei momenti almeno il conforto della nostra vecchia amicizia. Eravamo stati compagni al Liceo Carducci di Pola e mantenevamo un rapporto nel tempo basato sull'interesse per i temi classici della storia istro-giuliana e dalmata. Sono ben note infatti le mostre sull'Istria, allestite in tutta Italia, dopo l'esodo, del Centro di Cultura Giuliano Dalmata di cui Livio era vice presidente, assistito dalla lunga presidenza del prof. Mirabella Roberti nostro maestro di archeologia - attivita culturale che era ripresa, dopo la legge n° 72/2001, con le pubblicazioni che egli produsse - sempre alla guida dello stesso Centro - e con la nuova presidenza dello scrittore Piero Tarticchio. Oltre all'Istria vennero cosi esposte le meravigliose terre e cittadine della Dalmazia con la storia di Ragusa, 5° Repubblica Marinara Italiana, per tornare in Istria - con un'altra bell'opera, Percorrendo la via Flavia, secondo una delle ultime ricerche del Prof. Mirabella Roberti. Ma anche gli studi di ricerca scientifica ebbero spazio nella sua attivita. Mi riferisco alla sua scoperta delle orme dei sauropodi: animali di dimensioni enormi, le cui piste Livio riusci ad individuare nei calcari cenomaniani dell'Istria meridionale. Scoperta che venne presentata in una pubblicazione di livello scientifico dal Centro di Cultura Giuliano Dalmata con il patrocinio della Societa Archeologica e Storia Patria: la ricerca coadiuvata dai proff. Sabino Leghista e Giuseppe Leopardi ebbe la piena collaborazione degli Istituti di geologia dell'Universita di Bologna, di Ferrara e di Milano che analizzo i campioni di roccia dello scoglio di Fenolega - dove erano state scoperte le orme -, classificandone i microfossili. Infine voglio anche ricordare che Livio mi dette una mano da amico fornendomi materiale fotografico dei reperti di Nesazio e dell'isola di Brioni in occasione della mia pubblicazione dell'opera di mio padre Giovanni intitolata La nascita della prima Europa. I toponimi del bronzo dal medio oriente al nord d'Italia attraverso l'Istria. Grazie caro Livio, ti ricorderemo come meriti. ASTORRE MARACCHI In suo ricordo Astorre Maracchi devolve € 40 pro Arena