ARIA DI CASA NOSTRA SEGNATA DALLA GUERRA LA VITA DEI FONDA SAVIO I partigiani italiani di Pola hanno trovato un padre affettuoso nel colonnello Antonio i cui tre figli sono Caduti per la Patria BEPI NIDER - foto

Didascalia: La famiglia Fonda-Savio nel 1941: 11 col. Antonio. la moglie Letizia Svevo cd i figli: Piero, Paolo e Sergio, tutti e tre negli anni successivi Caduti per la Patria «No go tempo adesso, devo trillar la resa coi tedeschi.. j H colonnello Fonda Savio è tutto qui, in questa breve cisposa che, in un giorno d'aprile 1945, diede ad un esagiterei di sventura, annunziante la morte anche dell'ultimo dei suoi tre ragazzi, Sergio. Se n'era andato anche lui come gli altri due, combattendo. Pietro e Paolo avevano bruciato la loro giovinezza nell'inferno della stappa, Sergio, per una tragica ironia del destino, era caduto nella sua città, a Trieste, negli ultimi istanti di una guerra che si spegneva soffocata dal sangue e dalle maledizioni. Una cannonata tedesca, una delle ultime... Maledetta guerra, E come l'avrà maledetta in quel momento Fonda Savio! Ma doveva trattar la re.. 11 comandante dell'insurrezione eli Trieste avervi' ela Pensare a tanti altri figli di mamma; aveva un dovere da compiere... E le lacrime, trattenute, caddero di dentro, nel gelo del cuore. Un antico, il colonnello Fonda Savio; un uomo di due. mila anni fa; un romano della Repubblica; un'esistenza segnata di atti mirabili, compiuti con semplicità come è stata semplice la sua risposta «no go tempo adesso, devo tritar la resa». E deliri stessa tempra è la sua compagna, la figlia di Italo Svevo, Letizia. Per uno strano destino le tappe più importanti della vita di questo figlio dell'Istria, nato a Trieste, di questo piranese dall'animo buono e sensibile, sono segnate dalla guerra. Fugge nel 1914 dalla città irredenta e nel maggio del '15, interrotti gli studi al Politecnico di Torino, si arruola volontario nell'esercito italiano e parte per il fronte. Aveva vent'anni. Nel '16 è già capitano per merito di guerra e sul suo petto si appuntano i segni del valore. Nel giugno del '18 è proposto per la promozione a maggiore ed assolve il corso per ufficiali di complemento in servizio di Stato Maggiore. Finalmente la pace. La redenzione. Il calore di una famiglia, ricca di tre marmocchi. Ma scoppia un'altra, stramaledetta guerra, voluta da pochi, che a noi è costala più che a qualsiasi altro italiano e sangue e sacrifici e sofferenze senza fine. Fonda Savio è richiamato già nel '39. Lascia la sua casa con un triste presagio nel cuore. Lo seguono due figli, Pietro e Paolo. Morranno in Russia con tanti bei ragazzi della «JULIA». Il colonnello, per intervento della GESTAPO, viene allontanato dal Comando Supremo, a cui era aggregato con delicatissimi incarichi. Dall'8 al 12 settembre 1943 Fonda Savio combatte contro i tedeschi col Corpo d'Armata Alpino nel Friuli ed a stento si sottrae alla cattura nascondendosi nel Veneto. Rientrato a Trieste, partecipa al movimento clandestino della Resistenza ed al principio del 1945 viene nominato Comandante di Piazza del Corpo Volontari della Libertà ed è in tale veste che dirige l'insurrezione del popolo triestino a fine aprile, insurrezione che gli doveva chiedere l'olocausto dell'ultima sua creatura . Il dolore è senza fine, senza fine... ma c'è tanto da fare ancora per la Patria, per Trieste, che vive nell'angoscia, ci sono i figli dell'Istria che leggono, fuggono, fuggono «nudi e crudi» e c'è Pola che muore. C'è tanto da fare. E dal dolore, dal ricordo vivo dei suoi Caduti il colonnello Fonda Savio attinge nuove energie, sostenuto validamente dalla sua sposa. Nasce il C.L.N. della Venezia Giulia, prima clandestino poi libera istituzione democratica, di cui Fonda Savio diventa Presidente, come Presidente divelta della risorta «Ginnastica Triestina». Si intensificano i rapporti con Pola ed in particolare con l'A.P.I. (Associazione Partigiani Italiani), con i Benussi, i Cossara, i Merni, i Della Bernardina, i Biasi, i Rusich, i Dapreto... con il fior fiore della gioventù palese, quella che si batte per le strade, presente nel pericolo e nella fatica, che sa di lottare per una battaglia perduta, ma finché c'è speranza... Diventano tutti figli diletti di Fonda Savio che li aiuta, li sostiene, li va a trovare a Pola. E' dicembre e fa freddo e l'epilogo s'avvicina. La città gli si presenta come un cantiere, uno strano cantiere, dove migliaia di uomini di ogni età sembrano serenamente occupati a costruir bauli, casse, gabbie di i legno per mobili, a caricare masserizie su poveri natanti, i giunti dall'altra sponda ... Che strano cantiere e che strana gente! E' protagonista di una memorabile pagina di storia patria e sembra non rendersene conto! La gente lavora, si prepara a partire... per dove? In Italia! E poi?... Non importa ... In Italia, in quella povera Italia sconquassata dai bombardamenti, stremata, impoverita, ; dove trovare un tetto ed un lavoro è qualcosa di più di un sogno! Questo vede Fonda Savio e si commuove e ne ;è ammirato. Forse in quei giorni gli nasce l'idea «fascia umana», l'idea cioè di non lasciar disperdere i profughi lungo le penisola e al di la dei mari, ma trattenerli là, ; in quel po’ di terra che ancora porta il nome di Venezia Giulia. Un'idea... Ma i tempi sono difficili, gli uomini ; responsabili della politica hanno altri pensieri, altri gravi problemi da risolvere. Il sogno di Fonda Savio non si . realizza che in piccola parte; il confine umano non ha . che tre capisaldi: Trieste, Gorizia, Monfalcone, e tanti i sono gli esuli, che proprio per merito di Fonda Savio, t hanno trovato un lavoro ed un tetto in quest'ultime , località. Avanzato negli anni, il colonnello continua ancora a : lottare, a soffrire, a lavorare e quando gli vengono meno i le forze, quando il peso di una vita intensamente e . dolorosamente vissuta diventa più greve, con la sua , inseparabile compagna va a rasserenare l'animo, a fin, svigorire le energie all'ombra di tre cipressi che un giorno, i tanto lontano ormai, furono piantati dai suoi tre figlioli, (…) Fonda Savio, un antico, un uomo di duemila anni fa...

Dal numero 1534

del 09/08/1966

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