«Trieste nell'Ottocento (Editalia. pp. 180, 150 inc.) è uno splendido volume di grande formato, stampato su carta speciale, con 150 incisioni rarissime di momenti lontani, rilegato In pelle pregiata per una strenna d'eccezione dell'editoria italiana al nostro capoluogo: nel volume, unico nel suo genere per la raffinatezza grafica ed iconagrafica e l'atmosfera di tempi passati che esso racchiude, attraverso la puntuale introduzione di Valentino Brosio ed i testi d'epoca raccolti, si disegna mirabilmente la variegata e ricca realtà di una...

A suo tempo l'Arena aveva pubblicato un elenco delle vie di Polo da me ricavato da un libretto che mi era sconosciuto, in quanto mancante della copertina. scritto da Vittorio Rafael nel 1912. Questo elenco era incompleto, e terminava con via Lissa. perché le pagine successive erano sparite. Grazie alla cortesia dell'amico Dino Sbona. che mi ha spedito la fotocopia delle pagine mancanti. e dal quale ho appreso che il nome del libetto in questione è Nozioni di Geografia e Storia della Città di Pola. adito dalla Tipografia Moderna, di Silvio...

Sulla rivista iugoslava «lna. tours» si legge, a proposito di Zara, che si tratta di una «pittoresca città mediterranea nella quale hanno lasciato la loro pronta gli antichi Illiri, Greci, Romani e Slavi». I veneziani? Mai visti... Sono queste le fondamenta stravolte di Alpe-Adria.

La cena dell'ultimo venerdì del mese al Circolo Giuliano Dalmata di Milano ha avuto un carattere del tutto particolare. La conversazione si è coagulata su due argomenti di specifica attualità: la pubblicazione del nuovo libro di Giulio Bedeschi Fronte Italiano . C'ero anch'io — La popolazione in guerra (editore Mursia) ed il successo del libro di Venanzi Dal Diktat capestro al trattato di Osimo . Il dott. Pussini ha raccontato come si sono riempite 275 pagine con 54 racconti di profughi giuliano-dalmati, sulle 700 complessive del volume di...

Paicaalit anni la, quando avevamo frumenti occasioni di incontrarci, Fulvio Tori-rizza mi preannunciò un suo libro con al centro Dignano d'Istria. Nato in quel paese, la cosa non poteva che farmi piacere, anche perché coltivavo sempre la speranza di un ritorno dello scrittore al tema dell'esordio letterario, quello della gente istriana costretta all'esodo. Quel libro adesso è apparso con il titolo -Quando Dio usci di chiesa —Vita e fede di un borgo istriano del Cinquecento. (Mondadori editore, 170 pag., lire 19.(100). E nella dedica Tomizza...

A scola: «Mio papà fa el falegname. E el tuo?» «Tufo quel che vol n'ama»

Didascalia: Antica cartolina di Caroiba; serviva anche per pubblicizzare Calberg Rilassa (la località istriana si trova presso Montana -San Nicolo de Bari, la festa dei scolari, se i scolari no voi far festa, San Nicole, ghe taiarà la testal Chi, mulo Polesan de Pola no se ricorda 'sta filastroca che cantavimo ogni ano torno el é dicembre? In Corso, de Soppa, de Baldini, o in qualche altro canton dove che i vendeva zogatoli, un mucio de mula-ria, nei giorni precedenti la ricorensa. stava col naso taca aie vetrine a vardar tuta quela grasia...

Sta qua xe la seconda storia che riguarda Dino Funcis. Se ve ricorda, ve go conta de quel che xe capitado al raduno de Grado tra lu e Aldo Mayer: gavevo anca promesso de farve star alegri con un altro racontin e alora ecome qua. Par capir ben e gustar quel che dirò più avanti bisogna prima inquadrar el personagio. Dino sta a Mestre, el xe ben conossù dai esuli che sta là e a Venessia; in più el va ogni ano a Stoia. con suo fradel Silvano e rispetive mogli, cussì el ga slargà le conossense a quei polesani che. come lu, passa qualche mese a...

Ricevo le confidenze di alcuni sul clima politico generalmente mortificante all'interno dei Partiti. Ormai si fa tutto in funzione delle persone e delle loro ambizioni. E c'è un gran timore di esporsi a viso aperto Perché i potentati sono inflessibili Pascal dai Simons

«Il trattato di Parigi del 1947 ha costretto le genti istriane e dalmate a lasciare le proprie terre, quello di Osimo del 1975 ha definitivamente sancito questa iniqua diaspora. Eppure ogni pagina della storia di questi popoli dell'alto Adriatico parla della loro fede nel "Gonfalon de la Serenissima Repubblica"».