Per secoli il problema delle frontiere e delle minoranze ha costituito motivo di rivalità tra le nazioni e occasione di conflitti più o meno diffusi, più o meno sanguinosi. Gli assetti politici che ne sono man mano usciti, dopo gli innumerevoli trattati di pace che riempiono le pagine di libri di storia, non hanno fatto altro che dare ragione alla parte vincente pro-tempore e ricreare, sui nuovi confini, identici motivi di conflitto. La zona più incandescente è sempre stata quella dell'Europa centro-orientale, dove c'è stato un accavallarsi...

foto Girando per Zara viene inequivocabilmente dimostrato — ove ce ne fosse ancora bisogno — che l'italiano è stata la lingua che gli zaratini hanno sempre parlato e che l'attuale dominazione slava vorrebbe soffocare. Per smentirla — peraltro — basta recarsi al mercato della frutta od in pescheria dove affluisce il gran numero gente di ogni ceto: si sentirebbe i pur modesti venditori ed i clienti pronunciare il bel dialetto veneto. Franco Caravello

Per il giro di boa del primo decennio di attività, la Comunità di lavoro Alpe-Adria sta preparando cerimonie solenni da celebrare nel prossimo novembre a Venezia. Ma malgrado i vari punti al suo attivo, già da tempo si sente che essa rischia di avere un respiro corto se dovesse farsi suggestionare e condizionare da certe connotazioni che da alcune parti le si vorrebbero attribuire, lasciandosi spingere verso posizioni, che se anche hanno una radice storica, sono difficilmente conciliàbili con la realtà attuale. Riuscirebbe infatti...

Leggendo il libro di Limbo Becleschi. «Fronte italiano, c'ero anche io», ho sentito con maggiore intensità e rinnovato dolore la mia, la nostra condizione di esuli. In precedenti annotazioni avevo già trattato questo argomento, ma col passare del tempo si vede che il vero dolore non si stempera, ma anzi tende ad acuirsi, forse perché si ha la sensazione, che giunti ad una certa età, il tempo ci è nemico e si approssima la fine e con essa il bilancio della terrena esistenza. Ed è sempre un momento difficile quando ci si trova a rendere conto...

Grave crisi del «Dramma Italiano» a Fiume, un «piccolo granello che a tanti dà fastidio». Infatti la compagnia viene fatta provare il più delle volte in sale non riscaldate. Adesso manca anche il direttore; eppure l'Università Popolare di Trieste sostiene la maggior parte della spesa per l'ingaggio (con criteri assai discutibili) di registi e di attori italiani. Il «Dramma» è ridotto a soli otto attori del posto (5 donne e 3 maschi). A suo tempo la richiesta di aprire al Centro medio scolastico in lingua italiana un corso di arte drammatica,...