Mirabella Roberti per la ricerca archeologica - foto

Per la sua attività quale archeologo, studioso e valorizzatore del patrimonio storico ed artistico gradese, è stato offerto al prof. Mario Mirabella Roberti il premio «Pala d'oro» istituito dall'Azienda di soggiorno e turismo di Grado. La riproduzione del celebre quadro trecentesco in argento dorato conservato nella basilica di S. Eufemia —duomo di Grado — gli è stata consegnata nell'aprile scorso come abbiamo già riferito. Questo il curriculum di Mirabella Roberti compilato da Alessandra Vigi Fior per «Voce Giuliana». Nel 1935 —era allora incaricato della direzione del Museo dell'Istria a Pola — egli compì i primi scavi archeologici ad Orsera sulla costa istriana, poco a nord del Canal di Leme, riportando alla luce una basilica paleocristiana del IV secolo dal bel pavimento musivo figurato, che oggi purtroppo è nuovamente celato dalla terra. Pochi anni dopo il suo interesse si concentrò sul duomo di Pola, di cui indagò le strutture tardoantiche, disegnandone la pianta e riscoprendo i molti edifici ad esso connessi. Si occupò anche del restauro di alcuni monumenti della città, fra i quali il Tempio di Augusto, il chiostro di S. Francesco e lo stesso duomo, che aveva subìto gravi danni nel periodo bellico. Lasciata Pola nel 1947 ed assunto nel frattempo l'incarico dell'insegnamento di archeologia presso l'Università di Trieste (fin dalla fondazione della Facoltà di lettere nel 1943), .non dimenticò l'Istria pubblicando studi sulla chiesa e le mura di S. Lorenzo del Pasenatico, sull'Arena di Pola, cui seguirono ricerche sugli edifici romani e paleocristiani del colle di S. Giusto e sulla basilica suburbana di via Madonna del Mare a Trieste. Nominato soprintendente alle antichità della Lombardia, carica che ricoprì per ben vent'anni dal 1953 al 1973, non abbandonò mai l'insegnamento presso l'ateneo di Trieste, concittàndo la pesante attività di scavo e ricerca archeologica e di salvaguardia dei monumenti lombardi con l'impegno dell'insegnamento universitario. Sono di quegli anni i lavori nella zona di S. Vittore, nella piazza del Duomo di Milano — con la scoperta del battistero di S. Ambrogio — e nelle chiese di S. Simpliciano e di S. Lorenzo, cogliendo spesso al volo l'occasione offerta dagli squarci prodotti dalla costruzione delle linee della Metropolitana. Ma non solo a Milano, anche a Brescia, Como, Cremona, Castelseprio con il suo prezioso complesso fra il tardoantico e il longobardo, Sirmione con la splendida villa romana che si protende sul lago di Garda, ed in Valcamonica con l'istituzione del parco nazionale delle iscrizioni rupestri. Con gli studenti e i laureati di Trieste condusse nel frattempo una serie di campagne archeologiche a S. Canzian d'Isonzo che ebbero il felice esito di scoprire l'impianto della basilica paleocristiana e di ritrovare le reliquie dei martiri Canziani. Moltissimi sono poi gli studi su Aquileia (il porto, le aule teodoriane, l'edificio romano del «Patriarcato», i pavimenti musivi, le strutture architettoniche delle basiliche paleocristiane) e su Grado. Oggi il prof. Mirabella, che è stato da poco eletto presidente della Società istriana di archeologia e storia patria, dirige e dà vita, con la consueta energia, al Centro di antichità altoadriatiche, dedicando molto del suo tempo e delle sua attività alla mai dimenticata Venezia Giulia. E' anche presidente del Centro di cultura giuliano-dalmata.

Dal numero 2266

del 20/11/1982

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