UN PITTORE CAPODISTRIANO Lionello Pacchietto 'ha esposto a Venezia Alla Mostra Bevilacqua-La Masa è stato accolto un suo disegno,,, - foto

Didascalia: Lionello Pacchietto Rirnorchiatori Il giovane pittore e disegnatore capodistriano Lionello Pacchietto, dal '46 esule a Venezia, ha svolto in questi ultimi anni un'interessante attività artistica, partecipando a numerose mostre collettive, tenute a Venezia (e segnaliamo fra queste quella alla Bevilacqua La Masa, che è una sorta di trampolino di lancio per i giovani artisti veneziani e non veneziani) e in diversi altri centri del Veneto. Il Pacchietto, se come pitture resta di prevalenza legato all'imperiosa lezione del reale, appena un po' rielaborando l'offerta ambientale e naturalistica nei modi d'un cauto e misurato impressionismo o d'un sintetismo più di superficie che di profondi., come disegnatore a noi sembra abbia sinora fatto le sua prove migliori. Infatti, nei suoi bianconeri (che anche quantitativamente costituiscono l'aspetto più rilevante della sua produzione), egli appare più libero e sciolto nella rappresentazione paesistica, che riesce, nelle me manifestazioni più notevoli, ad assoggettarsi a delle esigenze, più nobili e interessanti, di ordine propriamente stilistico ed espressivo. Quella soggezione al soggetto, insomma, che per tutti i descrittori e gli illustratori del vero sembra essere d'obbligo (e tanta più se si tratta d'un paesaggio come quello vene. cznir ee'inenctahel par gl;soecpdeaiuurucietet no:stgetsl; panaarun: io:ae sertni mentre nei lavori ad acquarello e ad olio del Pacchietto rimane, ostinatamente, un dato o una premessa quasi imprescindibile, nei disegni appare assai minore, si da consentire l'esplicazione di un curioso amore alla natura e la trascrizione di questo nella forma che più gli si conviene, nel linguaggio scabro e conciso della linea e del chiaroscuro. Ed è anche da osservare che nei disegni del Pacchietto la Venezia aulica dei «venezianisti di professione e dei cartolinisti ad uso degli stranieri dipassaggio-ar delle coppie in viaggio di nozze, cede il posto ad una Venezia meno pretenziosa ed eloquente, meno scenografica e dogale: ad una Venezia più intima e raccolta, più popolare e vernacola, vorremmo dire, ossia al. Venezia dei barconi e dei rimorchiatori e delle umili case, dei rii poveri e nascosti, degli angoli modesti e appartati, schivi di chiassose lusinghe turistiche. E' questa la Venezia del lavoro e della silenzio; sa fatica. contrapposta al, ia Venezia <ufficiale del fasto e del facile svago. Noi pensiamo, anzi, che proprio una simile predilezione, quale si manifesta in una nutrita serie di disegni, abbia conferito a questo lato dell'opera del Pacchietto una minore vistosità esteriore, ma anche una più cordiale e viva intonazione d'umanità. [...] Bruno Maier

Dal numero 862

del 15/04/1953

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